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Blueberry ha provato “Alla ricerca della Fata Verde”

E come gli esploratori polari dei primi del ‘900 abbiamo fatto un’escursione con le slitte trainate dai cani artici, animali strordinariamente curati e amati dai loro allevatori. Un breve visita di Oslo ha concluso questa esperienza selvaggia.

Una meta così selvaggia e rigida come il nord della Norvegia in inverno merita un test. Volevamo essere in grado di specificarvi esattamente cosa aspettarsi da un paese con il clima così rigido e trovare per voi le migliori guide per riuscire a vedere e fotografare l’aurora boreale.

Norvegia – info geografiche e astronomiche 

 

La Norvegia è uno stato dell’Europa settentrionale e confina con la Svezia, con la Finlandia e con la Russia. La Norvegia è lo stato più settentrionale dell’Europa con la sua latitudine massima di 71°11′. Il clima della Norvegia atlantica ed artica, nonostante la latitudine, è eccezionalmente mite: questo grazie alla Corrente del Golfo, che partendo dal Messico viene a riscaldare le acque marine delle coste atlantiche rendendo le temperature medie annuali superiori allo zero anche in zone molto più a nord del Circolo Polare Artico. Questo evita la formazione di ghiacci marini, favorendo le attività portuarie e di pesca. Il nord della Norvegia, al di sopra del circolo polare artico, è caratterizzato da due fenomeni astronomici curiosi e affascinanti: il sole di mezzanotte, che si verifica in estate, e la notte polare che si verifica in inverno. 

Sole di mezzanotte: in prossimità del solstizio estivo, a causa dell’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra, a latitudini superiori a 66°33‘ il Sole non scende mai sotto l’orizzonte, e quindi non cala mai la notte anche per 17 giorni consecutivi.

La notte polare (o semplicemente buio di mezzogiorno) è un fenomeno astronomico che si verifica sopra il Circolo polare artico: durante l’inverno, a causa dell’inclinazione dell’asse terrestre, il sole non sale mai sopra l’orizzonte e quindi è notte per tutto l’arco della giornata. In realtà pur non vedendo mai il sole sorgere, è possibile avere qualche ora di luce crepuscolare.

L’Aurora Boreale (da noi chiamata “La Fata Verde”)  è un fenomeno ottico dell’atmosfera caratterizzato principalmente da bande luminose colorate dette archi aurorali. Il fenomeno è causato dall’interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera terrestre. Tali particelle eccitano gli atomi dell’atmosfera che diseccitandosi in seguito emettono luce di varie lunghezze d’onda. A causa della geometria del campo magnetico terrestre, le aurore sono visibili in due ristrette fasce attorno ai poli magnetici della terra, dette ovali aurorali. Le aurore visibili ad occhio nudo sono prodotte dagli elettroni, mentre quelle di protoni possono essere osservate solo con l’ausilio di particolari strumenti, sia dalla terra sia dallo spazio. Le aurore sono più intense e frequenti durante periodi di intensa attività solare, periodi in cui il campo magnetico interplanetario può presentare notevoli variazioni in intensità e direzione, aumentando la possibilità di un accoppiamento (riconnessione magnetica) con il campo magnetico terrestre.

Osservare l’aurora boreale è un momento magico ed emozionante. Questo fenomeno è più frequente in autunno inoltrato e all’inizio della primavera. Ottobre, febbraio e marzo sono i mesi migliori per osservare l’aurora boreale, che generalmente si manifesta tra le 18.00 e la 1.00 di notte.

Blueberry ha provato per voi l’itinerario “Alla ricerca della Fata Verde”. Abbiamo infatti trascorso due giorni (a causa della notte polare sarebbe forse più appropriato parlare di una notte lunga 48 ore) a Tromsø in Norvegia, 350 km a nord del circolo polare artico, durante i quali siamo diventati “cacciatori di aurora” ed abbiamo fatto un’escursione con le slitte trainate da cani, vivendo  un’esperienza che ha riportato alla luce emozioni e sensazioni ancestrali paragonabili al richiamo della foresta!

Una meta così selvaggia come il nord della Norvegia in inverno, prima di entrare a far parte della nostra programmazione, aveva assoluta necessità di essere testata. Volevamo essere sicuri di potervi fornire i migliori consigli sul cosa aspettarsi da un paese con il clima così rigido ed individuare le guide giuste che possano mettervi nelle condizioni più adatte per vedere e fotografare l’aurora boreale.

Il nostro viaggio è iniziato con l’atterraggio a Oslo dove siamo stati accolti da una abbondante nevicata. Da qui abbiamo raggiunto Tromsø grazie ad un volo interno di circa due ore. Tromsø è una straordinaria e dinamica cittadina di oltre 65.000 abitanti che vanta i singolari primati di avere l’Università, il birrificio e, secondo alcune indiscrezioni, anche il Burger King più settentrionali al mondo! Essa è inoltre considerata la “Porta del Polo Nord” e in passato è stata punto di partenza di numerose spedizioni polari tra cui quella con cui Roald Amundsend tentò di salvare l’amico/rivale Umberto Nobile intrappolato nei ghiacci del nord con il dirigibile Italia. La città vive oggi con fierezza la storia delle esplorazioni polari, alle quali è dedicato un piccolo ma ben curato museo. Un altro luogo interessante è inoltre Polaria, dove si possono ammirare alcuni curiosi esemplari di flora e fauna artica.

Il centro cittadino è molto compatto e si sviluppa principalmente attorno ad alcune graziose vie perfettamente perpendicolari disseminate di boutique, cafe, birrerie e negozi di abbigliamento sportivo e tecnico che propongono soluzioni di ogni genere per proteggersi dal freddo. Il vicino porto, punteggiato di ardite costruzioni in legno ed acciaio, offre una vista mozzafiato della celebre Cattedrale Artica che con la cornice del fiordo imbiancato di neve assume un carattere ancora più pacifico e poetico.

Al nostro arrivo, dopo una breve passeggiata per il centro innevato e risplendente delle calde luci delle luminarie natalizie, ci siamo preparati per la nostra prima “spedizione artica”. Obiettivo: vedere e documentare con fotografie l’aurora boreale! La guida che abbiamo scelto, Kjetil, è – ancor prima di ogni altra qualifica professionale e accademica – un autentico entusiasta delle Luci del Nord ed un instancabile cacciatore di questo singolare fenomeno atmosferico, disposto a guidare per centinaia di chilometri pur di trovare uno squarcio di cielo terso e mettervi così nelle condizioni di assistere alla danza della Fata Verde. Detto questo, non possiamo e non vogliamo tralasciare il fatto che sia anche un fotografo professionista che vanta importanti collaborazioni con rilevanti testate giornalistiche e televisive.  Il fatto che condivida con noi l’entusiasmo per i viaggi ed i fenomeni che la natura è in grado di regalarci ci ha spinto, ancor di più che la sua straordinaria perizia come fotografo, a stringere con lui un rapporto di collaborazione per tutte le vostre future esplorazioni.

Al principio non sembra essere la nostra serata fortunata: l’aurora gioca infatti a nascondino e si manifesta nei modi più strani. Prima si palesa come una lontana luce all’orizzonte poi, all’improvviso, cresce e si colora, per poi svanire in un attimo. Non sempre è visibile e non sempre è possibile farlo ad occhio nudo. Dopo alcune ore di intensa e alquanto deludente “caccia” decidiamo così di accendere un focolare per scaldarci un pochino e  preparare un caffè da sorbire con qualche buon biscotto. Un istante dopo ecco che le Luci del Nord ci fanno un regalo per premiare il nostro lungo viaggio… all’improvviso un arco verde illumina il cielo ed inizia a danzare come una tenda colorata di un verde acceso. Il nostro stupore non ha confini; ripensandoci non saprei neanche dire con esattezza quanto sia durato questo straordinario spettacolo, ognuno di noi è pervaso da un’eccitazione frenetica: siamo solo in sei ma facciamo baccano come uno stadio gremito! Chi grida, chi ride per l’emozione, chi – più semplicemente – indica il cielo a bocca aperta pervaso da una sensazione di ammirazione nei confronti della natura che non smette mai di stupire ne di rivendicare, anche dolcemente come in questo caso, la sua indiscussa superiorità. Grazie all’aiuto ed all’esperienza di Kjetil che ci ha aiutati a settare correttamente la nostra macchina fotografica siamo anche riusciti a immortalare in qualche buono scatto alcuni passi di questa incredibile danza.

Dopo aver visto l’aurora boreale, ed esserci a pieno titolo meritati la toppa di Kjetil, siamo andati a dormire felici e un pò infreddoliti ma pronti per la nuova spedizione che avremmo intrapreso il giorno dopo.

Il risveglio a Tromsø è decisamente insolito. La luce crepuscolare non si vede prima delle 10 e scompare completamente verso le 14.30, si ha quindi la sensazione di vivere tutto il giorno di notte. Decidiamo di sfruttare questa bella giornata per un’altra escursione dal sapore delle spedizioni artiche di una volta: la slitta trainata dai cani.

Per raggiungere il “campo base” (passateci il termine, moriamo dalla voglia di utilizzarlo!) percorriamo una strada che si inerpica fra montagne dai paesaggi ovattati e silenziosi, totalmente ricoperte dalla neve ed illuminate dalla tenue luce crepuscolare. Una volta arrivati, veniamo accolti dal coro dei cani festosi e scalpitanti e, dopo aver indossato sopra il nostro abbigliamento delle speciali tute termiche e degli scarponi che rendono più agevole la sopportazione di temperature decisamente rigide, siamo pronti ad incontrare i nostri “autisti”.

La preparazione delle slitte segue dei passaggi precisi che ricordano quasi un rituale; i cani, captato il movimento e capito che alcuni di loro sono sul punto di fare ciò per cui sono stati creati – correre – danno il via ad una sinfonia di ululati imploranti con la quale ognuno di loro pare augurare a suo modo l’imbocca al lupo a coloro che partiranno per la spedizione.

Una volta presa confidenza con il mezzo e gli animali, non resta che abbandonarsi ad un paio d’ore di puro divertimento! Percorriamo diversi chilometri a velocità sostenuta, con l’aria gelida che ci colpisce la faccia con impeto, facendoci lacrimare gli occhi. Ogni muta è composta da soli sei cani; la velocità che essi riescono a sviluppare è impressionante. Le salite, le curve e le discese si susseguono ad un ritmo incalzante mentre intorno a noi si aprono paesaggi di una bellezza drammatica: le punte delle montagne innevate si tingono del rosso della luce crepuscolare e si tuffano a capofitto nel blu severo del mare, creando un caleidoscopio di colori difficilmente immaginabile in altre parti del mondo.

Sebbene abbiamo già percorso svariati chilometri, ad ogni accenno di sosta i cani si spazientiscono, guaiscono e ci lanciano languide ma fiere occhiate animate dallo scalpitante desiderio di ricominciare a correre furiosamente.  Solo adesso capiamo veramente quanto l’istinto della corsa nella natura selvaggia sia profondamente radicato nel DNA di queste bestie vivaci ed instancabili, tanto da rappresentarne – ai nostri occhi – un vero e proprio motivo di vita! Dopo aver raggiunto in slitta la cima di alcune montagne ci fermiamo in un punto panoramico ad ammirare la città di Tromsø illuminata dal sole sotto l’orizzonte: non sappiamo dirvi se sia l’alba o il tramonto ma senza dubbio ci godiamo uno spettacolo poetico che vale la pena vedere almeno una volta nella vita. Rientrati al campo base siamo tutti un po’ stanchi ma entusiasti e ci concediamo volentieri qualche attimo di relax intorno al fuoco, sorseggiando del caffè caldo accompagnato da ottimi dolci norvegesi fatti in casa.

Sono più o meno le 16.30 di venerdì pomeriggio, decidiamo così di far visita al pub del birrificio Mack, risalente al lontano 1877. Al suo interno l’atmosfera è gioviale e festosa con tante persone amichevoli che chiacchierano e scherzano dopo una lunga settimana di lavoro. Ci concediamo un paio di boccali di birra scura (che qui viene preparata esclusivamente nel periodo natalizio) e ci uniamo ai discorsi da bar con il resto della folla.

Il giorno seguente lasciamo (non senza un pizzico di tristezza) Tromsø alla volta di Oslo che si è già vestita a festa per le vacanze natalizie. Anche qui troviamo la città imbiancata e animata dalla solita vitalità tipica della capitale norvegese in ogni periodo dell’anno. Non siamo ancora stanchi di prendere freddo e così decidiamo di entrare in un icebar, un piccolo bar interamente scolpito nel ghiaccio dove i cocktail – che  portano il nome di pezzi rock – vengono serviti in bicchieri di ghiaccio. Al suo interno, la temperatura viene costantemente mantenuta a -5° e prima di entrare ci vengono fornite delle mantelle termiche e dei guanti per sopportare la bassa temperatura. Ad essere del tutto sinceri non rimaniamo granché impressionati dal locale, il ricordo delle esperienze vissute nei giorni precedenti è forse ancora troppo vivo, e il nostro cervello si rifiuta categoricamente di accettare atmosfere così artificiali e cittadine, tuttavia trascorriamo un’oretta in allegria.

La nostra avventura selvaggia termina infine con una breve visita dei mercatini di Natale di Oslo dove è facile trovare originali (sebbene costose) idee per i nostri regali natalizi. Adesso che siamo rientrati abbiamo subito voluto pubblicare senza indugio il nostro racconto di quella che, enfaticamente, ci piace chiamare spedizione! Siamo estremamente felici e soddisfatti dell’itinerario che abbiamo preparato: è selvaggio, estremo e audace ma assolutamente sicuro e affascinante. Le guide che vi accompagneranno infatti faranno di tutto per farvi vedere l’aurora boreale e per fare in modo che la vostra spedizione artica sia indimenticabile.

Info utili per un viaggio nell’Artico in inverno

 

Una simile esperienza di viaggio richiede un adeguato abbigliamento termico. E’ molto importante vestirsi a più strati per sfruttare l’isolamento dei vari layer. Suggeriamo della biancheria di lana, ovvero calzamaglia e maglia direttamente a contatto con la pelle. Per chi non sopporta la lana direttamente a contatto con la pelle suggeriamo l’acquisto delll’intimo sportivo nei negozi specializzati. Sopra questo primo strato è bene indossare dei pantaloni da neve imbottiti di ovatta (con una buona densità dell’imbottitura) e che abbiano possibilmente le lampo anti-vento. Superiormente è bene indossare un indumento pesante molto caldo come il pile. Sopra il pile si potrà indossare un buon giubbotto antivento e imbottito. E’ bene proteggere il collo con un sciarpa o con i colli in pile che sono altrettanto efficienti e molto meno ingombranti. Il capo deve essere coperto con un cappuccio o cuffia ben aderente. E’ infatti parecchio il calore che si disperde dalla testa e quindi doveroso tenerla bene al caldo. Per le calze suggeriamo un primo calzino caldo ma leggero, magari di lana, e una seconda calza molto più pesante che potrà essere una calza tecnica termica o una robusta calza di lana. Le scarpe adatte potranno essere gli scarponcini da montagna o delle buone scarpe da trekking impermeabili e con una buona suola. Non dimenticate dei guanti imbottiti ed impermeabili. Durante tutte le escursioni, sopra questo abbigliamento, potrete indossare la tuta termica che sarà fornita dalla guida senza alcun sovraprezzo. 

Portate sempre con voi del collirio schiarente, infatti con il freddo i vostri occhi si arrosseranno particolarmente e potreste averne bisogno. Portate anche con voi del burro cacao nutriente ed idratante ed una buona crema per le mani.

Ricordate che con il freddo le batterie della macchina fotografica si scaricheranno più velocemente per cui è bene portarne un po’ di riserva.

Hai qualche dubbio e vorresti qualche altra informazione? Contattarci alla mail info@blueberrytravel.it.

Non resta che preparare la valigia!

Stefano Serra
Scritto da:
Stefano Serra
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